#IoSiamo, storie di volontari che seminano amore

È vero, non bisognerebbe mai giudicare un libro dalla copertina (metafora valida ovviamente per molti altri ambiti della vita), ma osservando il volume di Tiziana Di Masi e Andrea Guolo, #IoSiamo. Storie di volontari che hanno cambiato l’Italia (prima, durante e dopo la pandemia) per le Edizioni San Paolo il famoso detto vacilla. La copertina ideata da Simona Dell’Orto, infatti, colpisce per la sua efficacia e semplicità: l’Italia e le sue regioni che però non hanno i nomi che tutti ricordiamo, bensì quelli che tutti dovremmo imparare a conoscere e a mettere in pratica. Il Piemonte diventa così accoglienza, il Lazio amicizia, la Sicilia solidarietà e così via.

Un’immagine graficamente perfetta per sintetizzare un libro che racconta in maniera brillante ciò che è il volontariato oggi in Italia, quell’esercito portatore di pace e amore composto (secondo i dati Istat) da 5,5 milioni di persone, cioè quasi un decimo della popolazione italiana, che ogni giorno, incessantemente, si rimbocca le maniche e cerca di sopperire alle mancanze di un paese ingiusto. Si perché, come dicono i due autori nell’introduzione, “l’Italia è un Paese profondamente ingiusto, nel quel però ci sono persone che credono alla giustizia e non si rassegnano a subire l’ingiustizia. Queste persone si mettono personalmente in gioco”.

Di Masi, attrice di “teatro sociale”, e Guolo, giornalista, iniziano a raccogliere le storie di volontari nella primavera del 2017 e ben presto quella mole di altruismo si trasforma nel canovaccio dello spettacolo teatrale #IoSiamo che debutta nel 2018 a Milano per poi andare in scena in tutta Italia, con una rappresentazione speciale il 9 novembre 2019 nel Senato della Repubblica per il Premio al volontariato. La pandemia e il successivo lockdown hanno ovviamente bloccato la tournée di #IoSiamo, ma i due autori non rimasti con le mani in mano: le storie di chi si adopera per il prossimo, senza badare al colore della pelle, alla religione o al genere sessuale, sono state raccontate su YouTube in un “Tg del Volontario” che, sottolineano i due autori, “ha rappresentato in qualche modo la chiusura del cerchio rispetto all’intenzione di #IoSiamo: siamo ripartiti dal male e dal dolore per arrivare all’unica risposta possibile, che si chiama amore. L’amore dei volontari”.

Il volume racchiude 12 delle decine e decine di esperienze raccolte da Di Masi e Guolo e rappresenta uno spaccato dell’Italia più bella, quella che forse non finisce sotto i riflettori e di cui si parla poco, ma che costituisce la spina dorsale di questo Paese, una struttura spesso informale, une rete quasi invisibile ai più che si basa solo e unicamente sulla voglia di aiutare chi ha bisogno. Proprio come fa da sempre Norina Ventre, per tutti “Mamma Africa”, indomita signora di 93 anni che nella sua Calabria martoriata dalla ‘ndrangheta è il punto di riferimento per tutti quei migranti che un caporalato avido e cinico sfrutta senza remore. La sua “Mensa dei neri” di Rosarno, nata nel 1991, è l’inizio di una storia dalle radici antiche che affondano in quella gioia che scaturisce dallo stendere la mano verso il prossimo bisognoso e che subito contagia tutti coloro che sono coinvolti perché “da soli non si va da nessuna parte”. Sfamare, accogliere, accompagnare, ascoltare: verbi che per Norina sono il lievito necessario per far crescere l’amore verso gli altri e distruggere quel razzismo latente che serpeggia nella società e si nutre spesso dell’ignoranza, del non sapere chi è l’altro e non voler conoscere la sua storia.

Valter Guiati, invece, opera più a Nord, a San Pietro in Casale, nella Bassa emiliana fra Bologna e Ferrara. Qui il nemico da sconfiggere è la solitudine, quella a cui sono condannati molti anziani, costretti a vivere confinati in casa o nelle case di riposo. Valter, volontario dello Spi – Sindacato Pensionati della Cgil, ha un’idea semplice, ma geniale: il cinema. Nasce così l’iniziativa “Pomeriggi al cinema”, appuntamento settimanale che raduna ogni martedì anziani (e non solo) presso il cinema Italia, nella piazza centrale del paese. La visione del film diventa l’occasione attesa per rivedere vecchi amici, ricordare i tempi andati e ridere in compagnia, dimenticando magari le difficoltà della vita e la salute capricciosa che può minare il fisico con il passare degli anni. L’appuntamento del martedì è “un potente antidepressivo, per di più omeopatico” che viene somministrato con gioia agli anziani ammalati di solitudine e che, anche solo per un giorno, guarisce le ferite dell’animo.

Ferite che hanno lasciato segni profondi anche dentro Nicole e Sofia, volontarie del Mit – Movimento Identità Trans di Bologna. Discriminazione e pregiudizi sono parole che le persone transgender conosco purtroppo molto bene vivendo sulla propria pelle l’ipocrisia di una società che non accetta la diversità. Ma “l’aiuto va dato a chi è in difficoltà, punto e basta”, senza fare distinzioni di sorta: non esiste prima questi o prima gli altri: “chi ama non fa distinzioni”. Ed è per questo che Nicole e Sofia, rese forti dalle esperienze negative che hanno dovuto attraversare, hanno deciso che la mano aperta va stesa a chiunque ne abbia bisogno seguendo il mantra “dare amore, per poi riceverlo dalle persone a cui l’hai offerto”. Ed è proprio questo il senso del libro #IoSiamo: dare amore, incondizionatamente, senza aspettarsi nulla in cambio, se non la gioia di chi si aiuta e un sorriso che può illuminare la giornata di tutti. Perché l’amore è contagioso.