Elogio delle tasse (e di chi le paga)

Come riuscire ad attirare l’astio di tutti con un semplice libro? Provate a chiederlo a Francesco Pallante, professore associato di Diritto costituzionale presso l’Università di Torino: lui, molto probabilmente, ha centrato l’obiettivo con tre semplici parole, quelle del suo libro pubblicato dalle Edizioni Gruppo Abele. Elogio delle tasse, infatti, è un volume che sicuramente non attirerà gli elogi di chi (sempre più numerosi) giudica un libro dalla copertina. Un titolo così è sicuramente impegnativo, perché, siamo sinceri, chi di noi è così contento di pagare le tasse? Dipendenti o liberi professionisti, nessuno rinuncia a cuor leggero a una parte del proprio introito per finanziare uno Stato che spesso non appare come un padre amorevole che si prende cura dei proprio figli, ma piuttosto come un pozzo senza fine che ingurgita famelicamente tutto ciò che può.

Eppure, come spiega in maniera egregia Pallante, non è proprio così. Grazie a un linguaggio estremamente preciso e di immediata comprensibilità (aspetto assolutamente non secondario, vista comunque la complessità dell’argomento), l’autore fornisce tutti gli strumenti necessari per comprendere come un sistema di tassazione sia essenziale per il funzionamento dello Stato, inteso come entità della quale gli uomini non possono fare a meno se vogliono evitare di vivere in una condizione di perenne “guerra intestina” basata sulla prevaricazione del più forte sul più debole.

Ma quando si parla di Stato, non si intende quello che spesso viene dipinto unicamente come un famelico e ingombrante pozzo senza fondo: tale visione, piatto forte di alcuni populismi che attanagliano la società, non si ricorda infatti che Stato significa diritti, significa applicazione degli stessi e loro difesa. In tale visione il fatto stesso che possiate leggere questo articolo o che decidiate di uscire per andare a comprarlo in libreria è infatti garantito dall’esistenza di uno Stato che permette a me la libertà di parola, a voi quella di informarvi ed, eventualmente, di sposarvi ed entrare in una libreria per acquistare il volume.

Compresa quindi la necessità dell’esistenza dello Stato affinché vengano protetti e garantiti i diritti di tutti (nessuno escluso) il passo successivo è capire che “senza un’adeguata raccolta di risorse lo Stato […] semplicemente non potrebbe esistere”. Come sottolinea Pallante, “tutti i diritti […] implicano l’impiego di risorse” e tali risorse provengono da una sistema di tassazione. Ovviamente si può discutere a lungo sul tipo di tassazione più consono (un aspetto che Pallante affronta e spiega con molti esempi pratici), ma il discorso di fondo è comunque uno: le tasse sono necessarie affinché la società possa esistere e funzionare e, soprattutto, perché i diritti di cui tutti godiamo possano essere garantiti. Dopo aver libro di Francesco Pallante difficilmente cambierete idea sulle tasse e molto probabilmente continuerete a non essere affatto felici di doverle pagare. Ma almeno avrete compreso la loro necessaria funzione e il perché di quel titolo solo apparentemente provocatorio: se possiamo godere dei nostri diritti, infatti, non possiamo far altro che fare un elogio alle tasse (e a chi le paga).