Il giro del mondo in bici: una storia di avventura e di amicizia

Quando scegliete un sogno, sceglietelo grande, immenso, quasi irraggiungibile. E poi sforzatevi per realizzarlo, impegnatevi al massimo per raggiungere quell’obiettivo che può apparire assurdo per gli altri, ma non per voi. E poi fate come Valentino Rolando e Adriano Sada: vivete il vostro sogno fino in fondo. Questi due giovani torinesi, infatti, nel 1956, scelsero un sogno apparentemente irraggiungibile: fare il giro del mondo in bicicletta. Un progetto grandioso, ma anche un po’ folle, che prese vita lentamente nelle menti e nei cuori di questi due ventinovenni fino a diventare l’obiettivo principale della propria esistenza. E fu così che Valentino, “dottore in Legge presso uno studio notarile”, e Adriano, “ragioniere presso la Società dei Telefoni”, iniziarono a studiare le possibili tappe, programmare i tragitti e immaginare gli equipaggiamenti. Quel sogno era ormai parte di loro, una cosa da fare a tutti costi: “non l’avessimo realizzata, ci saremmo coltivato in cuore un bacillo inguaribile per tutta la vita, rimproverandoci di continuo”. E così il 2 settembre 1956 i due amici salirono sulle proprie biciclette e, con il primo colpo di pedale, diedero vita a un’impresa epica destinata a durare 27 mesi (e ben otto milioni di pedalate!). Oggi è possibile ripercorre il loro viaggio grazie alla casa editrice ediciclo e al libro Due biciclette intorno al mondo. Da Torino a Torino. 1956 – 1958, scritto dai protagonisti di questo incredibile viaggio. “Partimmo [..] nel pomeriggio del 2 settembre 1956, ufficialmente per le ferie, senza dir nulla a nessuno del nostro progetto, tranne a due amici di bottiglia” scrivono i due ciclisti torinesi che dopo i primo otto giorni di viaggio, giunti a Trieste, annunciano a parenti e amici le loro vere intenzioni scrivendo lettere con un semplice messaggio: “Non torniamo, siamo partiti per un giro del mondo in bicicletta”. Faranno ritorno nel capoluogo piemontese nell’inverno del 1958, “in tempo per festeggiare Natale” e per raccontare le avventure, gli incontri, le gioie, le emozioni e le difficoltà di quei 27.936 chilometri trascorsi sui sellini delle loro biciclette pedalando verso un sogno da realizzare. Un sogno che prendeva vita di giorno in giorno: “Il percorso quotidiano – scrive Valentino Rolando al termine del libro ricordano l’amico Adriano morto nel febbraio 2003 – poteva variare, a seconda delle congiunture, da zero all’ignoto”. Un’avventura vera e propria quindi che portò di due amici a scoprire luoghi, persone e culture di tutto il mondo: leggendo le pagine del libro è così possibile rivivere le impressioni e le emozioni provate nel raggiungere luoghi esotici, lontanissimi dalla realtà torinese, descritti con uno stile molto coinvolgente. Un viaggio che non fu sempre facile, ma, come sottolinea Valentino Rolando, “anche di fronte alle peggiori avversità non avemmo mai neppure un istante di scoraggiamento”. Due biciclette intorno al mondo. Da Torino a Torino. 1956 – 1958 diventa quindi il diario di un’impresa unica e fuori dal comune, ma anche il racconto di un’amicizia straordinaria, un legame tra due giovani torinesi che li spinse fino all’ultima pedalata, verso quel sogno che sembrava impossibile.